Salvino Cavallaro – E’ l’accorato appello che facciamo ormai da troppi anni. A proposito dell’inquinamento atmosferico di Milazzo e della Valle del Mela causato dalla raffineria, dalla centrale elettrica e da quanto è localizzato in quella zona prospiciente la zona del Mela, ci siamo sempre chiesti se la vita abbia un suo significato ben preciso e, soprattutto, se sia più o meno importante del lavoro e di quell’occupazione redditizia che è l’innegabile sostegno del quotidiano. Ebbene, a distanza di molti anni questa domanda non ha ancora alcuna risposta, nonostante le varie ricerche epidemiologiche abbiano appurato che la Valle del Mela, in provincia di Messina, rappresenti uno dei territori più inquinati della Sicilia. La raffineria di Milazzo è uno dei punti di interesse strategico nazionale, ma ha inquinato un territorio in cui si registrano neoplasie e malformazioni genetiche nei bambini. In queste settimane alcuni dirigenti sono stati rinviati a giudizio per disastro ambientale, poiché in passato l’azienda è stata colpita da altri incidenti mortali e versamenti di idrocarburi in mare. In quella occasione si è registrata una colonna di fumo nero con sprigionamento di sostanze cancerogene che hanno causato molte legittime preoccupazioni tra gli abitanti della Valle del Mela e di Milazzo. Oggi, a distanza di tempo, nonostante siano aumentate le morti di tumore e malformazioni nei bambini, si registrano gravi carenze strutturali nell’ammodernamento e nella messa a norma di un impianto che resta pur sempre un polo di grande strategia industriale. E allora, se la presenza di questa raffineria, piuttosto che l’inceneritore e la centrale elettrica, appaiono così importanti dal punto di vista della strategia industriale, cosa si aspetta ancora dopo le reiterate e accorate urla di grave pericolo a investire sul risanamento dei vari impianti? Tuttavia, resta sempre il grave problema di fondo legato alla vita di chi vive in quelle zone ed è costretto a respirare veleni che le varie ricerche sanitarie danno come cause principali di morte. Eppure sembra un controsenso parlare di aria insalubre proprio in un territorio baciato dal mare, in cui lo sprigionare della salsedine dovrebbe rappresentare la salute dei polmoni ed essere un toccasana per le malattie respiratorie. Ma questo è un problema di scelte politiche errate che risale ormai alla notte dei tempi. Nulla è cambiato e tutto è peggiorato sotto l’aspetto di una qualità di vita pessima, dove la paura di ammalarsi attanaglia il quotidiano già difficile della popolazione di questi luoghi. Si faccia in fretta e non si perda tempo in beghe di stampo politico che dividono e fanno disperdere ciò che invece si acquista attraverso l’unione di intenti. La salute è vita, l’inquinamento atmosferico è morte certa. Non basta questo a risollevare le coscienze?
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